Quando abbiamo smesso di dirlo?
Quando abbiamo mollato gli ormeggi? Quando ci siamo stancati di fare i punti di riferimento per diventare...amici? Complici? Difensori?
Io ero bambina negli anni ottanta, ricordo che di regole me ne davano, poche ma efficaci.
Si mangia quel che c'è, non si da confidenza agli sconosciuti, non si risponde male agli adulti, non si fanno capricci, le maestre si rispettano; non sto ad elencarle tutte, sono solo alcuni esempi.
Prima degli anni ottanta, diciamo ai tempi dei nostri genitori, era in voga il "regime totalitario": fai quello che ti dico, non si parla, hai qualche opinione? Tienila per te. I no erano anche troppi e non avevi nessuna possibilità di replica.
Ora le cose si sono ribaltate.
Intere famiglie tiranneggiate dai bambini: lasciano decidere ai bambini cosa si mangia, quando si esce, quando si rientra, quando e dove si dorme a tipo...tre anni? Quattro?
Io sono sgomenta.
Frequentando il parco giochi si vedono cose che voi umani non potete immaginare, pargoli urlanti e capricciosi, prepotenti che pretendono (n.b. NON chiedono) i giochi degli altri, menano, dicono parolacce, mentre le madri placide e beate chiacchierano sulla panchina.
E tu stai lì ad aspettare che intervengano prima che i più deboli vengano sepolti vivi nella fossa della sabbia.
Ma nulla, niente le fa alzare il sedere dalla panchina, le turba, le scompone.
Perchè?
Perchè i loro figli non sono la reincarnazione di Hannibal Lecter, no, hanno un carattere forte, si sanno imporre, tanto se li riprendo lo fanno ugualmente.
A quattro anni? Ma scherziamo?
Io non so se siamo arrivati a questo punto per sedare il nostro senso di colpa visto che la maggior parte di noi è sempre di corsa, sta tante ore fuori di casa per lavoro e quando torna è troppo stanca per "combattere" con i figli, o se la nostra generazione si sente ancora troppo figlia per fare il genitore.
Dico solo che la cosa non mi piace; i no fanno bene, danno dei limiti, un contenimento che limita il bambino, gli indica dove non puó spingersi, oltre là non si va.
I no ci vogliono perchè la vita non è sempre sì, ma è anche frustrazione, ed è giusto imparare a gestirla da piccoli.
Forse bisognerebbe entrare nell'ottica che i no aiutano a crescere, e i nostri figli non ci vorrano meno bene per questo, ma se siamo fortunati e sapremmo dosarli con maestria, un bel giorno, sono certa, ci ringrazieranno.